Dal 19 luglio al 2 agosto presso la Pinacoteca “La 900” via Farrante Aporti, 1-5 a Foggia al via la mostra collettiva “Dove il giorno ferito impazziva di luce” del collettivo artistico Germinal!, nata dalla necessità di fornire uno sguardo critico e contemporaneo sulla città di Foggia e sulle sinergie delle anime che la vivono.
Il collettivo, nato da un’idea di Maria Palmieri, si contraddistingue per un attitudine laboratoriale tesa all’innovazione artistica e sociale che utilizza la fotografia come strumento di analisi del reale, espandendosi in pratiche transdisciplinari che abbracciano anche suono, scrittura e programmazione dell’immagine virtuale. Non è mancata anche la musica: tra le sonorizzazioni “Sprecacenere” con Danilo Caposeno e Franco Di Carolino.
Il titolo della mostra, citando una canzone dei Diaframma, incarna perfettamente la poetica della luce che emerge dalle ferite del quotidiano, trasformando la narrazione urbana in un racconto universale. Le opere esposte sono il frutto di due anni di laboratori di fotografia sociale, durante i quali sono state catturate im- magini che ritraggono una Foggia vissuta nel profondo, lontana dagli stereotipi, e per questo sorprendentemente riconoscibile anche per chi non l’ha mai vissuta.
Le fotografie esposte rivelano la complessità e la bellezza di una città attraverso gli occhi di chi la abita, mettendo in luce i legami indissolubili tra la comunità e il territorio. Ogni scatto diventa un frammento di vita che racconta storie di interazione, intimità e resistenza, invitando lo spettatore a riflettere su come gli spazi urbani influenzino e siano influenzati dalle persone che li vivono.
**Rappresentare ed essere rappresentati.
In un contesto socio-politico in cui le narrazioni dominanti spesso escludono o distorcono la realtà delle periferie e delle comunità marginali, la mostra “Dove il giorno ferito impazziva di luce” assume un significa- to politico profondo. La rappresentazione autentica di Foggia, della sua Provincia e dei suoi abitanti diven- ta un atto di resistenza contro l’invisibilità imposta da una società che preferisce ignorare le complessità delle vite reali. La fotografia, in questo caso, non solo documenta, ma fa analisi e soprattutto dà voce(vista) a coloro che sono spesso silenziati (invisibili).
La mostra invita a una riflessione sul senso di abitare ed essere abitati. Gaston Bachelard, nel suo “La poetica dello spazio”, sottolinea come la casa non sia solo uno spazio fisico, ma anche un luogo carico di esperienze e memorie. Allo stesso modo, le fotografie di Germinal! catturano la città di Foggia e il territori che la circonda, non solo come luogo geografico, ma come un’entità viva che abita e viene abitata dai suoi cittadini. C’è un’interazione continua tra gli spazi e le persone, un dialogo silenzioso che modella e defini- sce entrambi. Uno spazio dell’emozione.
La mostra esplora questa simbiosi, mostrando come le vite degli individui siano irrimediabilmente intrecciate con i luoghi che abitano. Ogni immagine riflette un’esperienza unica di “essere abitati”, un processo transepidermico in cui la città penetra l’anima e viceversa. Questo scambio continuo crea un tessuto urba- no vivo, in cui le storie personali e collettive si fondono in una narrazione complessa e affascinante.
Germinal! rappresenta una fusione di personalità artistiche e sociali che, pur provenendo tutte dalla provincia di Foggia, portano con sé esperienze, pratiche e sguardi differenti. Questa poliedricità di prospettive contribuisce a un’analisi artistica e sociale ricca e stratificata, capace di esplorare la città in tutte le sue sfaccettature.
In un’epoca in cui la rappresentazione visuale del reale è spesso filtrata da luoghi comuni e superficialità, “Dove il giorno ferito impazziva di luce” offre uno sguardo autentico e profondamente umano sul meridione. La mostra non solo celebra la città e il suo territorio, ma invita anche a un dialogo più ampio sulla natura dei legami comunitari e sull’importanza di raccontare storie genuine attraverso l’arte.
Si tratta di un invito a vedere oltre le apparenze, a scoprire la luce che si cela dietro ogni ferita e a riconoscere la bellezza nella verità delle esperienze quotidiane. È un viaggio visuale che trasforma il locale in universale, dimostrando come ogni luogo, per quanto specifico e unico, possa risuonare con l’esperienza umana condivisa.
Comunicato Stampa
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