Un selfie scattato al volo, con il respiro sospeso tra cielo e terra, in sintonia con la sosta delle vacche podoliche del Gargano sotto i balconi dei palazzi di Carpino. E’ bastato un attimo per catturare questo momento meraviglioso, avvicinandomi con discrezione ad animali possenti e dolci allo stesso tempo come le mucche. E’ lo scatto che racchiude le emozioni provate durante una delle mie esperienze giornalsitiche più belle: il racconto della transumanza garganica.
Nel cuore del Gargano, tra pascoli sconfinati e antichi tratturi, la transumanza continua a essere un rituale che intreccia storia, cultura e identità. Questo spostamento stagionale di greggi e mandrie dalle pianure del Tavoliere alle fresche alture del promontorio garganico è una pratica millenaria, tramandata di generazione in generazione.
Un tempo necessaria per garantire il sostentamento delle comunità pastorali, oggi la transumanza resiste come simbolo di un rapporto armonioso tra uomo e natura. L’Unesco l’ha riconosciuta Patrimonio Immateriale dell’Umanità, confermando il suo valore universale. Eppure, l’avanzare della modernità minaccia questa tradizione: l’urbanizzazione, il cambiamento climatico e l’abbandono delle campagne rischiano di spezzare un equilibrio secolare.
Fortunatamente, pastori e istituzioni si impegnano per preservare questo patrimonio, trasformandolo in un’esperienza culturale e turistica. E’ il caso dell’evento celebrato in onore di Antonio Facenna, il giovane allevatore morto durante l’alluvione sul Gargano, nel settembre 2024. E’ proprio presso la Masseria Didattica Facenna di Carpino che mi sono immersa nelle tradizioni più antiche del Gargano e nel ricordo di questo giovane garganico innamorato dei suoi animali e della sua terra, come testimoniano le interviste che ho realizzato per l’occasione.
Una vita dura quella degli allevatori e dei pastori, una vita scandita dal passaggio delle stagioni, dai cicli della natura, dalle esigenze degli animali. Un’esistenza fatta di coraggio e dedizione: sono pochi i giovani che scelgono con coraggio di non abbandonare la nostra terra e di dedicarsi ad un mestiere così duro ma allo stesso tempo così affascinante. Così aveva scelto di fare Antonio Facenna, lui aveva scelto coraggiosamente di restare. E aveva scelto anche di rischiare, tornando indietro nel bel mezzo di un alluvione per salvare i suoi animali. Per questo, il Gargano non dimentica uno sfortunato figlio della sua terra.
La transumanza resta un evento molto sentito sul Gargano: manifestazioni rievocative, percorsi guidati e iniziative locali ne valorizzano ogni anno il fascino ricordandoci che il futuro può e deve attingere dal passato.
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