Un volto dice più di mille parole. Così come la scrittura può rivelare la nostra personalità. E’ quanto affermamo due discipline, la Morfopsicologia e la Grafologia, accreditate da studi scientifici ed utilizzate per indagare la personalità di chi vuole iniziare un viaggio alla ricerca di sé stesso. Ma tanti altri sono gli ambiti di applicazione. Nello specifico, la Morfopsicologia è la scienza che studia le relazioni tra la forma del viso e lo psichismo, ovvero studia i rapporti antropometrici del viso in relazione allo stato fisiologico e psicologico del paziente. Ha le sue origini nella fisiognomica che desumeva le peculiarità morali e psichiche di un individuo dall’osservazione dei tratti somatici, in particolare del viso. Ne abbiamo parlato con Riccardo Schioppo, professionista specializzato in Grafologia e Morfopsicologia a Foggia.
Sei un professionista poliedrico ma partiamo dal principio. Come nasce il tuo interesse per la Grafologia e poi per la Morfopsicologia?
La Grafologia è una passione che coltivo sin da quando ero ragazzo. Mi ci sono avvicinato in seguito ad un bisogno e li è scattata la scintilla. Quello che mi ha sempre colpito è la precisione della diagnosi di personalità e la capacità d’individuazione dei punti di forza e di debolezza della persona. Lavoro anche nel campo peritale presso il tribunale di Foggia ma la mia passione è la diagnosi di personalità. L’incontro con la grafologia ha stimolato la mia curiosità intellettuale spingendomi ad approfondire gli studi di Filosofia, Psicologia e le Scienze olistiche .
La Morfopsicologia quindi è la naturale conseguenza degli studi intrapresi.
La Morfopsicologia, almeno per quanto riguarda il “metodo Nazzaro”, il suo fondatore, è un applicazione pratica del discorso grafologico. Essa infatti si basa sui protocolli grafologici (curva ed angolo) ma a differenza della Grafologia utilizza l’ intuizione prelogica riguardo soggetto analizzato.
Vogliamo spiegare nel dettaglio in cosa consistono queste due discipline?
Come nella Grafologia abbiamo delle analogie tra la forma dello scritto ed il pensiero dello scrivente, nella morfopsicologia noi sappiamo che la forma-informa. Nello specifico, il viso, il corpo ed i movimenti del soggetto indicano il modo di vivere,di affrontare la realtà e di pensare dello stesso. Proprio come accade nella scrittura, è possibile dal gesto grafico individuare come cammina, gesticola o parli un soggetto cosi è possibile farlo osservando direttamente lo stesso. Così come non ci sono due gesti curvi uguali (pur avendo la stessa valenza psichica, non ci sono due persone che pur avendo lo stesso taglio di occhi sono simili.) In pratica ogni forma ci dice com’è la persona che la incarna, ma due forme simili non è detto che abbiano lo stesso risvolto.
Quali sono i loro campi di applicazione di queste discipline?
I campi di applicazione sono molteplici, dal campo diagnostico per le psicoterapie, al campo educativo:si pensi alle scuole, oppure comunità di recupero o ragazzi disagiati fino ai rapporti personali. Personalmente mi torna molto utile nel lavoro di riflessologo perchè mi permette di integrare le applicazioni che di volta in volta bisogna fare.
Che differenza c’è tra morfopsicologia e fisiognomica?
La morfopsicologia come accennato sopra è dinamica, non è fissa su stereotipi comuni. Avere occhi grandi o estremamente aperti può avere un significato a seconda dell’equilibrio o squilibrio presente in un volto. La fisiognomica, invece, era statica perché attribuiva la stessa valenza a tutti gli occhi per esempio grandi senza valutarne le differenze e se si mostravano o no in equilibrio. Inoltre non prendeva in considerazioni le altre parti del corpo. Mentre noi sappiamo che se abbiamo un volto in equilibrio, ma il nostro corpo è tozzo non possiamo parlare di vero equilibrio.
E’ inevitabile un collegamento con Cesare Lombroso. Com’è si è evoluta oggi questa disciplina?
Il Lombroso fondamentalmente misurava la ghiandola pineale e le varie forme. In realtà, la sua fu una pseudo scienza razzista a servizio del regno sabaudo per confermare una presunta verità di superiorità di razza degli abitanti del nord rispetto al sud. Un classico esempio è il museo a lui dedicato a Torino dove sono esposti solo crani di meridionali.
Un punto fermo però è il volto: che cosa si può percepire esattamente da esso: lo stato d’animo del momento o quella che è la personalità in toto del soggetto così come potrebbe evolversi?
Dall’analisi del volto e non solo, stabiliamo la personalità del soggetto e di conseguenza quello che può essere il suo stato d’animo in quel momento.
Chi dovrebbe sottoporsi ad una seduta di morfopsicologia?
Chiunque voglia conoscersi ed approfondire la conoscenza di se stesso.
Non c’è il rischio che questa disciplina possa essere lesiva della privacy?
Come tutte le discipline che hanno a che fare con le persona non va usata a cuor leggero, per questo quando qualcuno tenta di banalizzarla mi astengo dal fare qualsiasi tipo di commento.
Come si diventa morfopsicologi?
Ci sono dei corsi. Attualmente siamo in contatto con l’Università Popolare di Vicenza Unipopbiomed che ha aperto un dipartimento per noi, dove viene rilasciato un diploma europeo. Inoltre siamo impegnati su più fronti in vari corsi per operatori specifici che vogliono avere un arma in più nel loro mestiere. Parlo sia di liberi professionisti che di operatori che lavorano sia nel sociale che nel settore olistico. Uno degli ultimi corsi si è svolto online ed ha visto una nutrita partecipazione di avvocati emiliani.
Sei attivo anche con la divulgazione della disciplina. Che cosa è stato fatto in merito? Abbiamo scritto due dispense e partecipato a vari programmi tv non solo in città ma anche a livello regionale. Tra le tante conferenze segnalo qualla organizzata presso l’associazione “Orto Domingo” a Bari Poggiofranco.
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